Come vorrei scorresse veloce il tempo... affiché diventino obsoleti i seguenti teen-trends:
- le unghie ricostruite e pitturate con motivi sbalorditivi e adornate con perline e/o brillantini "swarovsky" ( il termine swarovsky da 10 anni a questa parte non preannuncia niente di buono: mi sarebbe piaciuto mantenere quell'associazione mentale con le bomboniere di matrimoni/comunioni ).
- la pasta fimo.
velvet plum
lunedì 18 aprile 2011
venerdì 17 settembre 2010
Ich spreche nur Deutsch...
"Praticamente, quando tra la delirante folla della pista vedeva avvicinarsi a lei un ragazzo in assetto da rimorchio, si preparava la frase in mente, ripetendola decine di volte, cercando di acquisire la maggiore scioltezza possibile e quando questo si faceva avanti e le chiedeva come si chiamasse o che ore fossero, lei con voce chiara e distinta con un finto accento di Bonn e con una tenacia mai sfoderata prima, rispondeva: «Ich spreche nur Deutsch!». E il poverino si girava, puntando subito ad un'altra preda.
Ma i tempi stavano cambiando e ben presto i ragazzi cominciarono ad imparare le frasi d'approccio fondamentali, addirittura in tedesco!"
Ma i tempi stavano cambiando e ben presto i ragazzi cominciarono ad imparare le frasi d'approccio fondamentali, addirittura in tedesco!"
venerdì 3 settembre 2010
comunicazione di servizio
data la mia scarsissima pratica con wordpress e gli rss ho pensato bene di importare "forzatamente" il mio precedente blog, postando tutti gli interventi più importanti.
le date di riferimento non sono state riportate.
tnx
le date di riferimento non sono state riportate.
tnx
io, lo yoghurt e l'etica del condomino.
a pranzo qualche volta mangio lo yoghurt. sopra lo yoghurt della yoghurteria ci faccio mettere il dolcenocciola. a me, la nocciola non è mai piaciuta. così come il gelato al pistacchio, l'amarena e le alici.
da circa 8 mesi, entro in gelateria prendo il cono piccolo col variegato all'amarena, il sabato sera preparo la pizza con le alici e da ieri mangio il gusto pistacchio. sono una persona diversa da quella che aveva deciso che tutte queste cose non le sarebbero mai piaciute. d'altronde avevo pochi anni, sarò stata all'incirca una bambina di 8 anni, ma avevo già le idee chiare sul fatto che ci sarebbero state delle cose che non mi sarebbero piaciute nella vita.
chissà se un giorno cambierò opinione anche su questo: farei benissimo a meno di sapere certe cose inutili che tentano invano di condire la mia giornata che alla fine è un'insalata nemmeno vagamente croccante e inevitabilmente scialba, senza sale.
non me ne importa nulla di tizio che ha fatto il torto a caio, dei messaggi subliminali che sempronio manda a vattellapesca eccetera eccetera. io queste persone le voglio avere davanti, guardarle negli occhi e tentare di scoprire come la pensano su tutto, sulle scioccherzze, sui colori, sui gusti, sul traffico, sul deficit, sulla musica che ascolto e su quella che non conosco, sul mio gatto, sull'inflazione, su tutto.
ci sono cose che la gente tiene a farCi sapere eppure sono totalmente inutili, come questo post ad esempio, non credere che non ne sia cosciente.
viceversa, ci sono altre cose che io non so ancora e che vorrei che la gente mi spiegasse, che voglio scoprire e che talvolta sono ispirate da uno yoghurt al dolcenocciola: l'etica del condomino, per esempio.
quando ero bambina ero una persona diversa, ma pur sempre io: il baccalà, infatti, non lo mangerò mai, nemmeno fra cent'anni.
da circa 8 mesi, entro in gelateria prendo il cono piccolo col variegato all'amarena, il sabato sera preparo la pizza con le alici e da ieri mangio il gusto pistacchio. sono una persona diversa da quella che aveva deciso che tutte queste cose non le sarebbero mai piaciute. d'altronde avevo pochi anni, sarò stata all'incirca una bambina di 8 anni, ma avevo già le idee chiare sul fatto che ci sarebbero state delle cose che non mi sarebbero piaciute nella vita.
chissà se un giorno cambierò opinione anche su questo: farei benissimo a meno di sapere certe cose inutili che tentano invano di condire la mia giornata che alla fine è un'insalata nemmeno vagamente croccante e inevitabilmente scialba, senza sale.
non me ne importa nulla di tizio che ha fatto il torto a caio, dei messaggi subliminali che sempronio manda a vattellapesca eccetera eccetera. io queste persone le voglio avere davanti, guardarle negli occhi e tentare di scoprire come la pensano su tutto, sulle scioccherzze, sui colori, sui gusti, sul traffico, sul deficit, sulla musica che ascolto e su quella che non conosco, sul mio gatto, sull'inflazione, su tutto.
ci sono cose che la gente tiene a farCi sapere eppure sono totalmente inutili, come questo post ad esempio, non credere che non ne sia cosciente.
viceversa, ci sono altre cose che io non so ancora e che vorrei che la gente mi spiegasse, che voglio scoprire e che talvolta sono ispirate da uno yoghurt al dolcenocciola: l'etica del condomino, per esempio.
quando ero bambina ero una persona diversa, ma pur sempre io: il baccalà, infatti, non lo mangerò mai, nemmeno fra cent'anni.
La volpe e l'uva - la versione definitiva
Camminando tra profumate vigne, una volpe si accorse di un appetitoso grappolo d'uva che pendeva rosso sopra il suo muso. Si accontentò di desiderarlo, scongiurando così l'eventualità di scoprire un gusto non gradito.
chacun a son gout
Preferivo quando si sapeva meno. Quando cercavi sull'elenco telefonico in numero di casa e quando ci si aggirava sopsettosamente negli stessi luoghi per capire qualcosa di più.
Di ciò si è perso tutto.
Di ciò si è perso tutto.
non tutte le lacrime sono uguali.
ce n'è un tipo che ho imparato a riconoscere.
si tratta di quelle che versi per pulire l'anima dalla rabbia e dal dolore. per questo sono più grandi e calde. ti accorgi quando scendono dagli occhi perchè tracciano profondi solchi nello stomaco, oltre che sulle guance .
e ognuna ha un sapore amaro diverso: quello dell'incomprensione, l'acre del dolore, quello dello smarrimento.
l'unica consolazione è che lacrime così, le provi poche volte nella vita e nonostante ciò, ogni volta ti sembrerà la peggiore di sempre.
When you're heart's on fire / You must realize / Smoke gets in your eyes. […] / Now laughing friends deride, / tears I cannot hide / So I smile and say / When a lovely flame dies: / Smoke gets in your eyes / Smoke gets in your eeeeeeyes
ce n'è un tipo che ho imparato a riconoscere.
si tratta di quelle che versi per pulire l'anima dalla rabbia e dal dolore. per questo sono più grandi e calde. ti accorgi quando scendono dagli occhi perchè tracciano profondi solchi nello stomaco, oltre che sulle guance .
e ognuna ha un sapore amaro diverso: quello dell'incomprensione, l'acre del dolore, quello dello smarrimento.
l'unica consolazione è che lacrime così, le provi poche volte nella vita e nonostante ciò, ogni volta ti sembrerà la peggiore di sempre.
When you're heart's on fire / You must realize / Smoke gets in your eyes. […] / Now laughing friends deride, / tears I cannot hide / So I smile and say / When a lovely flame dies: / Smoke gets in your eyes / Smoke gets in your eeeeeeyes
suffragetta difettosa
D. decise che era arrivato il momento di iniziarmi al fantastico mondo della motocicletta. Così, mi prestò un libro su Sonny Barger, leader degli Hell's Angel, da Oakland in poi. Mi piacerebbe rileggere quel libro e provare a tirare fuori qualcos'altro di diverso dalle conclusioni tratte l'ultima volta:
a) se sei un Hell's Angel e ti si rompe la moto, un tuo compagno ( non comunista ) è pronto a darti la sua catena per ripararla ( ...e poi te la chiede brutalmente indietro se non la restituisci per tempo ) - un'altra angolazione dell'altruismo.
b) i motociclisti, sopratutto i peggiori, hanno una donna a loro fianco. il più delle volte si tratta di spogliarelliste o di complici, cui non è permesso salire in sella ad una moto, se non come passeggere.
La donna non può fare la motociclista, perchè il mondo dei motociclisti è pesantemente sessista. Caspita! Qua ci vorrebbe una marcia femminista... ma poi immagino una donna che scazzotta con un grassone in gilet di jeans, coi COLORI cuciti fieramente sul petto... e mi passa la voglia. chissenefrega della donna motociclista, dico io...
a) se sei un Hell's Angel e ti si rompe la moto, un tuo compagno ( non comunista ) è pronto a darti la sua catena per ripararla ( ...e poi te la chiede brutalmente indietro se non la restituisci per tempo ) - un'altra angolazione dell'altruismo.
b) i motociclisti, sopratutto i peggiori, hanno una donna a loro fianco. il più delle volte si tratta di spogliarelliste o di complici, cui non è permesso salire in sella ad una moto, se non come passeggere.
La donna non può fare la motociclista, perchè il mondo dei motociclisti è pesantemente sessista. Caspita! Qua ci vorrebbe una marcia femminista... ma poi immagino una donna che scazzotta con un grassone in gilet di jeans, coi COLORI cuciti fieramente sul petto... e mi passa la voglia. chissenefrega della donna motociclista, dico io...
mancano solo gli zoccoli olandesi
il mio desk è in disordine, se mi giro, il resto della stanza alle spalle è ancora peggio.
ho davanti a me una tazza from Paris rotta in 3 pezzi, un cucchiaio con cui ho mangiato tempo fa quello splendido gelato al melone che mi ricordava quell'estate là dei film romantici e dei coni da 1,50. cotone, gocce per le orecchie, un pezzo di pigiama, rouge allure che mi tenta dalla quarta di copertina di una rivistucola, una confezione di barrette di cioccolato, vuota, una clutch, tantissime cose sepolte ... questo computer è una rovina.
ascolto musica, mi innamoro di certe foto, aspettavo il caldo per schiodarmi, è arrivato e io sono qua che aspetto di inventarmi altri pretesti e nel frattempo penso che stasera indosserò i sandali più alti che ho, a scapito della mia guida perfetta.
e poi immagino le persone distanti nelle proprie auto: a una in particolare, non so quale attribuire: una foto fissa su quel primo piano sorridente e frames che si susseguono uno dopo l'altro, tutt'intorno: uhmm... una clio? no. una sgangherata 2cv? forse. no, troppo retro. è contemporaneo! al massimo una 207.
but the eyeeeeeeeeeeeeeessssss !!!!!! find the eyes....
vorrei avere per vicino lo steso nanni moretti di Bianca. ma non fare la stessa fine del dirimpettaio, ma parlare per ore ed ore... Una volta era più facile giudicare, come con le scarpe: c'erano solo alcuni modelli, molto caratterizzati, erano quel tipo di scarpe e basta! Ora invece è tutto più confuso, uno stile si è intrecciato ad un altro. Le cose non sono più nette!
questo caldo mi rende irrequieta e impaziente. come se fosse il preludio di qualcosa.
ma alla fine lo so che è semplicemente LA PRASSI.
baci a tutti.
ho davanti a me una tazza from Paris rotta in 3 pezzi, un cucchiaio con cui ho mangiato tempo fa quello splendido gelato al melone che mi ricordava quell'estate là dei film romantici e dei coni da 1,50. cotone, gocce per le orecchie, un pezzo di pigiama, rouge allure che mi tenta dalla quarta di copertina di una rivistucola, una confezione di barrette di cioccolato, vuota, una clutch, tantissime cose sepolte ... questo computer è una rovina.
ascolto musica, mi innamoro di certe foto, aspettavo il caldo per schiodarmi, è arrivato e io sono qua che aspetto di inventarmi altri pretesti e nel frattempo penso che stasera indosserò i sandali più alti che ho, a scapito della mia guida perfetta.
e poi immagino le persone distanti nelle proprie auto: a una in particolare, non so quale attribuire: una foto fissa su quel primo piano sorridente e frames che si susseguono uno dopo l'altro, tutt'intorno: uhmm... una clio? no. una sgangherata 2cv? forse. no, troppo retro. è contemporaneo! al massimo una 207.
but the eyeeeeeeeeeeeeeessssss !!!!!! find the eyes....
vorrei avere per vicino lo steso nanni moretti di Bianca. ma non fare la stessa fine del dirimpettaio, ma parlare per ore ed ore... Una volta era più facile giudicare, come con le scarpe: c'erano solo alcuni modelli, molto caratterizzati, erano quel tipo di scarpe e basta! Ora invece è tutto più confuso, uno stile si è intrecciato ad un altro. Le cose non sono più nette!
questo caldo mi rende irrequieta e impaziente. come se fosse il preludio di qualcosa.
ma alla fine lo so che è semplicemente LA PRASSI.
baci a tutti.
diluire gli 80's in un succo scaduto.
In bilico tra il peggior succo in brick all'arancia rossa che io abbia mai bevuto e una confezione da 4 barrette al cioccolato, mi immagino come sarei stata negli anni '80.
Un giovane ventenne qualunque.
Una foto, sulla spiaggia, maglietta o'neill dai colori fluorescenti, ma sbiaditi. Occhiali da sole appesi al collo con un cordoncino verde shock, bermuda, peli sulle gambe e fascetta di spugna sulla fronte.
no, non mi ci vedo atletica bagnina col costume sgambato e i capelli vulcanicamente voluminosi.
ops.
è vero, non è uno scherzo. ho controllato l'etichetta:
"Da consumarsi preferibilmente entro la fine: 05/2009 (A)1
L14/05/2008 18:42"
domani, ti faccio sapere.
PS. Albania-Milan. Comincia a fare effetto.
Un giovane ventenne qualunque.
Una foto, sulla spiaggia, maglietta o'neill dai colori fluorescenti, ma sbiaditi. Occhiali da sole appesi al collo con un cordoncino verde shock, bermuda, peli sulle gambe e fascetta di spugna sulla fronte.
no, non mi ci vedo atletica bagnina col costume sgambato e i capelli vulcanicamente voluminosi.
ops.
è vero, non è uno scherzo. ho controllato l'etichetta:
"Da consumarsi preferibilmente entro la fine: 05/2009 (A)1
L14/05/2008 18:42"
domani, ti faccio sapere.
PS. Albania-Milan. Comincia a fare effetto.
l'importanza del caffé del mattino
Buonasera.
Se sei accanito lettore del mio blog ( stento a crederlo ), ti
privilegerò!
Stasera ti regalo un déjà-vu.
Infatti, ho già postato sullo stesso argomento ( "Spett.le Direttore... " ) , con la sola differenza che stavolta mi spoglio
di biechissimi stratagemmi e parlo, per te, in prima persona.
Ritengo che sia fondamentale mantenere un alto livello di concentrazione.
Il momento che preferisco è quello in cui capisco di aver raggiunto un certo grado di autocontrollo ( leggi: quando riesco a non essere vittima della nostalgia cattiva. Adoro quella buona, di solito )
Detto così, potrebbe avere nessuno o mille sensi.
Mi riferisco nella fattispecie, a quando riemergi all'improvviso, perchè apri di nuovo gli occhi e impedisci che i giorni ti scivolino ancora addosso, senza rendertene conto.
Se arrivi a quel punto, puoi ritenerti abbastanza fortunato.
Significa che si è acceso quel campanello d'allarme che ti ricorda di vivere intensamente persino il caffè del mattino.
Ok, ci siamo! Ho perso del tempo, non fa nulla. Sono pronta per recuperare, sono pronta a scrollarmi dalle spalle la polvere dei giorni grigi appena scorsi e sono protesa verso la risalita. Fisica e dell' umore ( avevo scritto Amore - lapsus ).
Mi concentro su tutto ( ora, sul pezzo 5':00'' / 6':09'' di Rock'n'roll - LR ).
Su tutto davvero, pur di lasciare al passato quel velo malinconico in cui coscientemente mi ritufferò, ma per mia scelta.
Perchè ci piace, dai. Ammettiamolo!
E' bello ed appagante quando rientro in possesso del gusto delle cose.
Ho scoperto uno spasmodico amore per l'imprevedibilità, quella pura, quella rara, quella che mi ha fatto sognare e mi ha fatto palpitare violentemente dall'emozione.
Nell'attesa di un altro di quei momenti, mi rivolgo ad altro.
Ho ritrovato la fotografia.* Ho ritrovato la musica ( a proposito: devo ricordare di scaricare qualcosa di Carmen Miranda ). E molto altro ancora.
Il pericolo in agguato è l'assuefazione a quel campanello d'allarme.
C'è gente che ha perso anni così.
Ma noi non lasceremo prenderci alla sprovvista.
Sembro inverosimilmente positiva.
E poi ho scoperto le condizioni necessarie per postare questi discorsi senza capo né coda: un'emicrania lancinante, qualche bicchiere di troppo e il sonno. Quindi, la fretta di dire le cose.
Hai capito dove volevo arrivare?
Alla fine non ho ben compreso se sto parlando di me o di te.
Altre volte ti ho legittimato, caro lettore, a boiccotarmi.
Lo faccio anche stavolta, ma solo se ti ho evocato gli scritti di Sergio Bambarén ( il prossimo post glielo dedico, promesso ).
Se sei accanito lettore del mio blog ( stento a crederlo ), ti
privilegerò!
Stasera ti regalo un déjà-vu.
Infatti, ho già postato sullo stesso argomento ( "Spett.le Direttore... " ) , con la sola differenza che stavolta mi spoglio
di biechissimi stratagemmi e parlo, per te, in prima persona.
Ritengo che sia fondamentale mantenere un alto livello di concentrazione.
Il momento che preferisco è quello in cui capisco di aver raggiunto un certo grado di autocontrollo ( leggi: quando riesco a non essere vittima della nostalgia cattiva. Adoro quella buona, di solito )
Detto così, potrebbe avere nessuno o mille sensi.
Mi riferisco nella fattispecie, a quando riemergi all'improvviso, perchè apri di nuovo gli occhi e impedisci che i giorni ti scivolino ancora addosso, senza rendertene conto.
Se arrivi a quel punto, puoi ritenerti abbastanza fortunato.
Significa che si è acceso quel campanello d'allarme che ti ricorda di vivere intensamente persino il caffè del mattino.
Ok, ci siamo! Ho perso del tempo, non fa nulla. Sono pronta per recuperare, sono pronta a scrollarmi dalle spalle la polvere dei giorni grigi appena scorsi e sono protesa verso la risalita. Fisica e dell' umore ( avevo scritto Amore - lapsus ).
Mi concentro su tutto ( ora, sul pezzo 5':00'' / 6':09'' di Rock'n'roll - LR ).
Su tutto davvero, pur di lasciare al passato quel velo malinconico in cui coscientemente mi ritufferò, ma per mia scelta.
Perchè ci piace, dai. Ammettiamolo!
E' bello ed appagante quando rientro in possesso del gusto delle cose.
Ho scoperto uno spasmodico amore per l'imprevedibilità, quella pura, quella rara, quella che mi ha fatto sognare e mi ha fatto palpitare violentemente dall'emozione.
Nell'attesa di un altro di quei momenti, mi rivolgo ad altro.
Ho ritrovato la fotografia.* Ho ritrovato la musica ( a proposito: devo ricordare di scaricare qualcosa di Carmen Miranda ). E molto altro ancora.
Il pericolo in agguato è l'assuefazione a quel campanello d'allarme.
C'è gente che ha perso anni così.
Ma noi non lasceremo prenderci alla sprovvista.
Sembro inverosimilmente positiva.
E poi ho scoperto le condizioni necessarie per postare questi discorsi senza capo né coda: un'emicrania lancinante, qualche bicchiere di troppo e il sonno. Quindi, la fretta di dire le cose.
Hai capito dove volevo arrivare?
Alla fine non ho ben compreso se sto parlando di me o di te.
Altre volte ti ho legittimato, caro lettore, a boiccotarmi.
Lo faccio anche stavolta, ma solo se ti ho evocato gli scritti di Sergio Bambarén ( il prossimo post glielo dedico, promesso ).
Un sorriso autentico? |
i tempi dei teddy boys sono ( ahimé ) lontani
Caro utente Internet,
online oggi alle ore che indicano le tue lancette-circa.
Auguri! Sei appena stato selezionato come possibile fruitore di un mio sproloquio.
Grazie alla piattaforma sociale più conosciuta del web ( che continua a trovarmi contrariata vittima, a tal punto da evitare pubblicità gratuita ), ho avuto la possibilità di vedere cresciute certe compagnie del passato.
Dietro quei sorrisi ( e quei bicchieri ghiacciati di mojito ), ritrovo la mia compagna di banco delle elementari, gli affetti delle scuole medie, un professore addirittura...
Sono tutti inesorabilmente belli.
Belli come dei freschissimi Teddy Boys appena usciti dal barbiere con una scorta decennale di brillantina in testa.
E poi ci sono gli adolescenti d'oggi.
In fila ad un fast(junk)food ce n'erano a dozzine.
Una certa esuberanza nel mettersi in coda disordinatamente, una familiare impacciatezza nel maneggiare i soldi per saldare il conto ( per non parlare poi dell'imbarazzo nel contare gli spiccioli fino all'ultimo cent ).
Osservandoli, mi sono ricordata come mi sentivo io in quella fase, non molto tempo fa. una fuori luogo e tempo.
Un adolescente può dirsi fortunato se incontra qualcuno evidentemente più grande di lui ( non escludo possa trattarsi di un genitore ), che lo aiuterà a capire la transitorietà di questa particolare "stagione della vita" ( espressione che fa tanto soap opera sudamericana ).
uno sforzo disumano, assimilarlo.
ma gli adolescenti d'oggi, si lasciano portare al guinzaglio in via del corso alle 15 di un sabato pomeriggio. indossano calze e anfibi alla avril lavigne o alla ultima britney spears.
confesso. io non ho mai osato scaricare dance music.
visione anacronistica.
l'estetica delle lacrime di monica vitti
un seriosissimo Alberto Sordi stringe i pugni tesi lungo i fianchi.
stinge i denti dalla rabbia.
urla contro Monica Vitti, in completo blu navy.
si avventa su di lei, rincorrendola su una spiaggia, una di quelle con le dune e i ciuffi d'erba.
la picchia ferocemente. le si strappano i collant.
"Amore mio aiutami! "
a mio parere, è una scena abominevolmente bella.
lei lo fissa con quegli occhi carichi di lacrime, ribadendo il suo amore per l'altro.
stinge i denti dalla rabbia.
urla contro Monica Vitti, in completo blu navy.
si avventa su di lei, rincorrendola su una spiaggia, una di quelle con le dune e i ciuffi d'erba.
la picchia ferocemente. le si strappano i collant.
"Amore mio aiutami! "
a mio parere, è una scena abominevolmente bella.
lei lo fissa con quegli occhi carichi di lacrime, ribadendo il suo amore per l'altro.
se qualcuno mi chiedesse di pensare a qualcosa di bello, penserei sicuramente agli occhi gonfi di Monica Vitti: ingenui, vinti, imploranti comprensione. |
come partire da david bowie e approdare a mirabilandia su una dodge monaco della polizia
appena finito di postare l'immagine e subito dopo aver riservato un frettoloso e volgarissimo melaQ a firefox, mi è venuta in mente una cosa ( evento più unico che raro ?! ).
la musica&la pubblicità.
pro.
commercializza e rende noti brani che non avrebbero visto nemmeno the bottom della meno stimata top100 del Pianeta.
almeno qualcuno ci guadagna, buon per lui.
contro.
se ascolto the land of thousand dances, piuttosto che pensare a pickett ( e continuare nel fantastico mondo delle associazioni che mi condurrebbe fino a quella volta che ho visto The Blues Brothers su rete4 ad un orario improponibile, con un occhio solo, peraltro con la lente degli occhiali sporca ), penso a Mirabilandia e a quel sudicio pupazzo.
..
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la musica&la pubblicità.
pro.
commercializza e rende noti brani che non avrebbero visto nemmeno the bottom della meno stimata top100 del Pianeta.
almeno qualcuno ci guadagna, buon per lui.
contro.
se ascolto the land of thousand dances, piuttosto che pensare a pickett ( e continuare nel fantastico mondo delle associazioni che mi condurrebbe fino a quella volta che ho visto The Blues Brothers su rete4 ad un orario improponibile, con un occhio solo, peraltro con la lente degli occhiali sporca ), penso a Mirabilandia e a quel sudicio pupazzo.
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« Sono 106miglia per Chicago. Abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, è buio, e portiamo tutt'e due gli occhiali da sole. »(Elwoood Blues, rivolto al fratello Jake) |
Non ho finito.
«Nostra Signora della Santa Accelerazione non ci abbandonare ora!»
cadeaux
Due pensieri: uno divertente, l'altro no.
Il primo: stanotte ho sognato di diventare campionessa di body-building.
Il secondo: l'epilogo di un romanzo, che per pigrizia, non ho mai iniziato a scrivere:
Gialle come l'oro, le falene sono venute in sogno.
Per sollevarti dalla malinconia che ti ho lasciato ereditare, nell'attesa di ritrovarmi una volta ancora.
Per aprirti gli occhi davanti a ciò che credevi più forte del tempo e che invece ardeva come una fioca fiamma di cristallo.
Merci beaucoup.
Il primo: stanotte ho sognato di diventare campionessa di body-building.
Il secondo: l'epilogo di un romanzo, che per pigrizia, non ho mai iniziato a scrivere:
Gialle come l'oro, le falene sono venute in sogno.
Per sollevarti dalla malinconia che ti ho lasciato ereditare, nell'attesa di ritrovarmi una volta ancora.
Per aprirti gli occhi davanti a ciò che credevi più forte del tempo e che invece ardeva come una fioca fiamma di cristallo.
Merci beaucoup.
Attualmente in ascolto:
Beethoven - concerto piano n°5 - Imperatore
prince, mark owen e i tokio hotel - pronta al linciaggio
chiedo formalmente scusa.
chiedo scusa perché fino a oggi pomeriggio pensavo che il cantate dei Tokio Hotel fosse la cantante dei Tokio Hotel.
ero sul punto di formulare un pensiero solidale con la prima pop-star di sesso femminile senza tette ( finalmente ! ), e invece...
e scopro, con grosso rammarico, che il mio è stato un errore tanto grossolano quanto ricorrente.
mi rendo disponibile a ricevere insulti da tutte le adolescenti che si sentissero offese.
le capisco.
è come se qualcuno mi interrogasse sul sesso di Prince.
blasfemo, praticamente.
chiedo scusa di nuovo.*
fossi una dodicenne ( come lo sono stata ai tempi dei Take That ), cosa amerei di questo ragazzo? La delicata bellezza femminile o l'ambiguità espressa?
Mark Owen era soltanto un pò bassino.
Tutto sommato per una teenager era l'altezza ideale.
* le scuse qui riportate mi esimono dall'ascoltare per intero un pezzo della sudetta band.
chiedo scusa perché fino a oggi pomeriggio pensavo che il cantate dei Tokio Hotel fosse la cantante dei Tokio Hotel.
ero sul punto di formulare un pensiero solidale con la prima pop-star di sesso femminile senza tette ( finalmente ! ), e invece...
e scopro, con grosso rammarico, che il mio è stato un errore tanto grossolano quanto ricorrente.
mi rendo disponibile a ricevere insulti da tutte le adolescenti che si sentissero offese.
le capisco.
è come se qualcuno mi interrogasse sul sesso di Prince.
blasfemo, praticamente.
chiedo scusa di nuovo.*
fossi una dodicenne ( come lo sono stata ai tempi dei Take That ), cosa amerei di questo ragazzo? La delicata bellezza femminile o l'ambiguità espressa?
Mark Owen era soltanto un pò bassino.
Tutto sommato per una teenager era l'altezza ideale.
* le scuse qui riportate mi esimono dall'ascoltare per intero un pezzo della sudetta band.
saggio anacronistico
meglio della donna innamorata, c'è solo l'uomo innamorato.
ho avuto vari spunti per arrivare a questa soluzione.
il primo. costatare che c'è ancora qualcuno disposto a manifestare il proprio trasporto. cosa assai rara, credo, considerato che certi sentimenti sono old-fashion di questi tempi.
il secondo. ho semplicemente visto passare un vecchio amico in auto.
e purtroppo ( questo anticipa una mia spiccata - e tante volte inutile - sensibilità ) l'ho naturalmente ricollegato alla sua compagna tanto amata.
ho avuto una sorta di illuminazione. all'improvviso ho capito che quando l'uomo decide di amare, lo fa con una dignità unica e non comparabile a quella femminile.
l'immagine di un essere piegato da qualcosa che lo snatura e lo fa rinascere.
ho avuto vari spunti per arrivare a questa soluzione.
il primo. costatare che c'è ancora qualcuno disposto a manifestare il proprio trasporto. cosa assai rara, credo, considerato che certi sentimenti sono old-fashion di questi tempi.
il secondo. ho semplicemente visto passare un vecchio amico in auto.
e purtroppo ( questo anticipa una mia spiccata - e tante volte inutile - sensibilità ) l'ho naturalmente ricollegato alla sua compagna tanto amata.
ho avuto una sorta di illuminazione. all'improvviso ho capito che quando l'uomo decide di amare, lo fa con una dignità unica e non comparabile a quella femminile.
l'immagine di un essere piegato da qualcosa che lo snatura e lo fa rinascere.
TV shows - the afternoon
Torno a casa. Vuota.
Metto su il bollitore arancione per il thé, cerco il limone da mettere nella teiera.
Accendo la televisione: so all'incirca cosa mi aspetta. In realtà, per motivi lavorativi, non frequento questa fascia oraria da tempo.
Di seguito, la cronaca di cosa ho visto ( e ci starebbe a pennello la citazione di Blade Runner, ma evito. Sarò fin troppo scontata ).
Lamberto Sposini, erede indegno di Michele Cucuzza, è democraticamnete in camicia bianca e cravatta ( ma senza giacca ! così è più vicino al popolo ), arrampicato su uno sgabello, interroga un altrettanto "scomodo" Massimo Giletti ( leggi, quello dell'arena della Domenica ) su chi desiderebbe intervistare - ancora, dopo le sue innumerevoli e storiche interviste -.
La sua risposta. " Beh, Papa Luciani " ( avrà imparato qualcosa a riguardo, grazie alla fiction recentemente passata in Rai ).
Parte un servizio sulla Marini. Il suo interlocutore lampadatissimo, moro, riccio, le chiede se avesse mai pensato di arrivare a questi livelli di celebrità quando muoveva i primi passi nel mondo dello spettacolo. Lei, decisa, sicura di sé e dei suoi innumerevoli successi, risponde: " Certo che si. In realtà devo ancora raggiungere le mete che mi sono prefissata! "
" Ah si? E quali sarebbero i tuoi sogni, i tuoi prossimi obiettivi? ".
" beeeeehhh.... mahhhhh... - manifestatamente in imbarazzo - io in realtà sono molto scaramantica. Preferisco non dirli ". Mai approfondire e mettere in difficoltà il VIP con domande fuoriluogo.
Si rientra in studio.
Lamberto anticipa che nel prossimo servizio Albano svelerà in anteprima a "La Vita in Diretta", dove e come passerà il Natale. Giletti, pronto e sarcastico, apostrofa : "Te lo dico io! A Cellino!", con tono discendente, leggermente provocatorio ( come se lui non ci ammorbasse a sufficienza coi suoi natali in campagna, con la mammina e la papera muta ).
Intervallo.
"Ti batterò Senders e andrò finalmente in Brasile ", diceva Holly.
Torno sul primo. Intervista in diretta a Licia Colò e marito. Vale sottolineare solo l'incipit.
La donna ingioiellata, in apertura del collegamento, esclama: " Ma lo sapete che dal vivo LA COLO' è proprio una bella RAGAZZA? Però Voi non sapete che... " .
Non capisco quel "però" messo lì. Una congiunzione?! Ma dopo ha parlato di tutt'altro!
Mah.
Cambio.
C'è Barbara sul 5. Mi sento male.
No, è il fischio del bollitore.
Avrei preferito essere altrove.
Vado a stirare, da brava massaia.
Conosco la tv molto bene, parlo come una che ci sta tutto il giorno davanti.
Spaventoso.
Mea Culpa.
E poi mi erigo a giudice, come se mi appartenesse la terzietà. No, non è così. Anzi, peggio ancora. Mi sembra di leggere le ultime pagine di quel famoso Free-Press Pescarese, con gli excursus sulla vita di noi poveri Giovani: la bottiglietta dell'acqua in biblioteca da 500ml, i VIP al porto turistico...
Me la prendo con un bersaglio troppo facile.
Mea culpa.
Mi manca Vaime.
( ma Antonello Piroso, non è niente male. Se la gioca con Andrea Vianello. )
Metto su il bollitore arancione per il thé, cerco il limone da mettere nella teiera.
Accendo la televisione: so all'incirca cosa mi aspetta. In realtà, per motivi lavorativi, non frequento questa fascia oraria da tempo.
Di seguito, la cronaca di cosa ho visto ( e ci starebbe a pennello la citazione di Blade Runner, ma evito. Sarò fin troppo scontata ).
Lamberto Sposini, erede indegno di Michele Cucuzza, è democraticamnete in camicia bianca e cravatta ( ma senza giacca ! così è più vicino al popolo ), arrampicato su uno sgabello, interroga un altrettanto "scomodo" Massimo Giletti ( leggi, quello dell'arena della Domenica ) su chi desiderebbe intervistare - ancora, dopo le sue innumerevoli e storiche interviste -.
La sua risposta. " Beh, Papa Luciani " ( avrà imparato qualcosa a riguardo, grazie alla fiction recentemente passata in Rai ).
Parte un servizio sulla Marini. Il suo interlocutore lampadatissimo, moro, riccio, le chiede se avesse mai pensato di arrivare a questi livelli di celebrità quando muoveva i primi passi nel mondo dello spettacolo. Lei, decisa, sicura di sé e dei suoi innumerevoli successi, risponde: " Certo che si. In realtà devo ancora raggiungere le mete che mi sono prefissata! "
" Ah si? E quali sarebbero i tuoi sogni, i tuoi prossimi obiettivi? ".
" beeeeehhh.... mahhhhh... - manifestatamente in imbarazzo - io in realtà sono molto scaramantica. Preferisco non dirli ". Mai approfondire e mettere in difficoltà il VIP con domande fuoriluogo.
Si rientra in studio.
Lamberto anticipa che nel prossimo servizio Albano svelerà in anteprima a "La Vita in Diretta", dove e come passerà il Natale. Giletti, pronto e sarcastico, apostrofa : "Te lo dico io! A Cellino!", con tono discendente, leggermente provocatorio ( come se lui non ci ammorbasse a sufficienza coi suoi natali in campagna, con la mammina e la papera muta ).
Intervallo.
"Ti batterò Senders e andrò finalmente in Brasile ", diceva Holly.
Torno sul primo. Intervista in diretta a Licia Colò e marito. Vale sottolineare solo l'incipit.
La donna ingioiellata, in apertura del collegamento, esclama: " Ma lo sapete che dal vivo LA COLO' è proprio una bella RAGAZZA? Però Voi non sapete che... " .
Non capisco quel "però" messo lì. Una congiunzione?! Ma dopo ha parlato di tutt'altro!
Mah.
Cambio.
C'è Barbara sul 5. Mi sento male.
No, è il fischio del bollitore.
Avrei preferito essere altrove.
Vado a stirare, da brava massaia.
Conosco la tv molto bene, parlo come una che ci sta tutto il giorno davanti.
Spaventoso.
Mea Culpa.
E poi mi erigo a giudice, come se mi appartenesse la terzietà. No, non è così. Anzi, peggio ancora. Mi sembra di leggere le ultime pagine di quel famoso Free-Press Pescarese, con gli excursus sulla vita di noi poveri Giovani: la bottiglietta dell'acqua in biblioteca da 500ml, i VIP al porto turistico...
Me la prendo con un bersaglio troppo facile.
Mea culpa.
Mi manca Vaime.
( ma Antonello Piroso, non è niente male. Se la gioca con Andrea Vianello. )
logica aritmetica
ASSUNTO ASSIOMATICO: è lecito ricorrere alla riflessione razionale per ovviare la possibilità che pensieri imbarazzanti si incolonnino nella coscienza. in poche parole, si ha bisogno di concentrarsi su alcune cose, per deconcentrarsi da altre. COROLLARIO: il rischio più grande è quello di de-sensibilizzarsi. per fuggire dalla sofferenza, chiaramente.
Addii
mi sono affezionato al pensiero di te. più di quanto non abbia fatto con te. un pomeriggio capii che questo pensiero mi rendeva dipendente. con forza ho deciso di abbandonarlo. ho scelto di farti uscire dalla mia stanza, attraverso la finestra, farti salire sulla mia macchina preferita, verde pallido e salutarti da lontano, riflettendomi nel vecchio retrovisore. il mio addio non è stato affatto definitivo. dopo mesi, sei tornata a farmi compagnia, sedendoti affianco me, sui banchi di scuola. ho sempre fantasticato sui nostri incontri. prepotentemente sei tornata. io non avrei mai voluto. è opera tua questa. sono nuovamente dipendente. dovrò faticare il doppio per dirti addio una seconda volta. spero che sarai magnanima con me. spero che la tua immagine sbiadisca poco a poco, a partire dai tuoi capelli ricci, corti, che allunghi con le dita fino alle rosee guance paffute.
unconventional
"Tu non lo sai. Tu non lo sai cos'è che penso quando mi parli. Ti guardo, ti ascolto. Ma non è tutto. Penso alle parole che pronunci. Le vedo uscire dalla tua bocca. E io le afferro come un naufrago a cui tendi una cima. Mi aggrappo alle tue parole, che escono a fiumi. Entro nella tua bocca e risalgo contro-corrente, fin su al tuo cervello. Tu continui a parlare e io ti ascolto. Ma certe cose non le immagini. Non immagini che, mentre pieno di te parli della tua vita a tenui nuaces, mi accomodo sulle morbide pieghe del tuo cervello. E mi accendo pure una sigaretta. Non smetto mai di ascoltarti. Parli di te e penso a come sei stato concepito. Parli del tuo lavoro e penso a cosa possa pensare di te il tuo capo. Mi spieghi cosa non ti piace di te e penso che tante volte ho avuto paura che lo specchio mentisse a me. A me, poi. Sono sempre concentrato su quello che dici. Tutto è evocativo per me. Tutto. Anche le virgole. Ma arrivo ad un punto, un punto in cui perdo la scia delle tue parole, parto per la tangente e vedo una mano tesa davanti a me. Mi allontano dal senno per acchiappare la mano, ma quando sto per sfiorarla e sento che vuole tirarmi a se, torno giù. Alle tue parole."
il est arrivé
il trend francese è finalmente arrivato in Italia.noi lo stavamo aspettando con impazienza esagerata.il mio amico transalpino me ne parlava già a maggio, io credevo si riferisse a un taglio di capelli ( che non mi dispiaceva affatto, tra le altre cose, per come l'avevo immaginato ).si tratta della Tecktonik, la danza adolescente ( vedi Velvet Ottobre ) disarticolata e magmatica.sarà in grado di eguagliare l'inusitato successo della Super Rana Pazza? se avete intenzione di farvi un'idea a riguardo, cliccate di seguito: Tecktonik - Feel The Hardorock Crazy Frog siete pronti all'importazione!?
gli orli del tempo
quando accade che ti svegli nella notte, per il pulsante battito del cuore nell'orecchio, è per due motivi, a mio avviso.
o perchè hai dormito troppo durante la giornata o perchè quel battito ti sia da sveglia, per scandire il tempo da utilizzare per fare i conti con te stesso.
puoi capire diverse cose di te, quando ti svegli di notte.
puoi afferrare quel pensiero rimasto sospeso davanti a te per molto tempo, perchè tu, incapace di acciuffarlo per superficialità, hai lasciato che non ti facesse da promemoria esistenziale.
( la cosa è abbastanza pericolosa, mi ripeto )
puoi affrontare con necessario distacco e distensione morale tante questioni che ti hanno preoccupato nell'arco della settimana. come se a pensare per te, ci fosse il tuo lato oggettivo che desidera aprirti gli occhi difronte all'eccessiva attenzione che hai rivolto a certe cose futili.
potresti capire, ma non devi, se non sei necessariamente pronto ad accoglierlo come assunto, che la vita non è altro che una piega del tempo, a cui avresti dovuto dare un senso dedicandoti con passione a qualcuno.
puoi renderti conto di certe tue inutili ostinazioni che non sono servite ad altro che a complicarti la giornata.
poi, ti rendi conto di essere troppo lucido per continuare.
ti giri e ti riaddormenti.
o perchè hai dormito troppo durante la giornata o perchè quel battito ti sia da sveglia, per scandire il tempo da utilizzare per fare i conti con te stesso.
puoi capire diverse cose di te, quando ti svegli di notte.
puoi afferrare quel pensiero rimasto sospeso davanti a te per molto tempo, perchè tu, incapace di acciuffarlo per superficialità, hai lasciato che non ti facesse da promemoria esistenziale.
( la cosa è abbastanza pericolosa, mi ripeto )
puoi affrontare con necessario distacco e distensione morale tante questioni che ti hanno preoccupato nell'arco della settimana. come se a pensare per te, ci fosse il tuo lato oggettivo che desidera aprirti gli occhi difronte all'eccessiva attenzione che hai rivolto a certe cose futili.
potresti capire, ma non devi, se non sei necessariamente pronto ad accoglierlo come assunto, che la vita non è altro che una piega del tempo, a cui avresti dovuto dare un senso dedicandoti con passione a qualcuno.
puoi renderti conto di certe tue inutili ostinazioni che non sono servite ad altro che a complicarti la giornata.
poi, ti rendi conto di essere troppo lucido per continuare.
ti giri e ti riaddormenti.
Nuovi propositi
dovrei imparare a leggere il pentagramma e a familiarizzare con le note, se voglio riuscire nel mio intento di scoprire quale combinazione profumi di California.
L'ostinato
Le persone sorridono per l'ostinazione con cui cammina a testa bassa nel vento.
Un malinconia autunnale, quando alza la testa e vede le cose vivere nel freddo.
Sorride alle stelle d'estate, sopra il suo tetto, gelide, rigide fenditure nello scuro velluto del cielo.
Un malinconia autunnale, quando alza la testa e vede le cose vivere nel freddo.
Sorride alle stelle d'estate, sopra il suo tetto, gelide, rigide fenditure nello scuro velluto del cielo.
visioni
A parte il fatto che sono sconvolta che è già il 16 di Settembre.
Cavalco l'onda del shock che ha iniziato a prendere piede stamattina.
Io lo so che non dovrei farmi vincere dalla semplicità commerciale dei miei posts, però non ho resistito e ispirata da me stessa e dalle mie ossservazioni, sono tornata su la7 a vedere che diceva Vaime. Credo che non l''abbandonerò per l'intera settimana, a meno che non decida di sfiancarmi con le sue sagge opinioni.
Tema del giorno: la lotta ai fannulloni.
Svolgimento: La lotta ai fannulloni è stata intrapresa dal ministro che nessuno conosce ( ndr. chiaramente la sua mission è illuminare le buie lacune del cittadino medio ), cioè il signor Brunetta. Un uomo piacevole come i cubetti di mortadella e groviera che ti danno con l'aperitivo ( ndr. mima il gesto di chi spizzica con lo stuzzzicadente ). Che poi fannullone che vuol dire? Uno che non fa il proprio dovere. Allora non è un fannullone, ma un ladro.
Credo che io e Vaime siamo molto più simili di quanto già tema. Due perfetti visionari.
Grazie,
alla prossima.
Cavalco l'onda del shock che ha iniziato a prendere piede stamattina.
Io lo so che non dovrei farmi vincere dalla semplicità commerciale dei miei posts, però non ho resistito e ispirata da me stessa e dalle mie ossservazioni, sono tornata su la7 a vedere che diceva Vaime. Credo che non l''abbandonerò per l'intera settimana, a meno che non decida di sfiancarmi con le sue sagge opinioni.
Tema del giorno: la lotta ai fannulloni.
Svolgimento: La lotta ai fannulloni è stata intrapresa dal ministro che nessuno conosce ( ndr. chiaramente la sua mission è illuminare le buie lacune del cittadino medio ), cioè il signor Brunetta. Un uomo piacevole come i cubetti di mortadella e groviera che ti danno con l'aperitivo ( ndr. mima il gesto di chi spizzica con lo stuzzzicadente ). Che poi fannullone che vuol dire? Uno che non fa il proprio dovere. Allora non è un fannullone, ma un ladro.
Credo che io e Vaime siamo molto più simili di quanto già tema. Due perfetti visionari.
Grazie,
alla prossima.
io, il cinismo e l'adorabile Vaime
divincolarmi dalla seduzione della sintesi e tornare alla prolissità di un tempo.
Premettendo che mi piace seguire la rassegna stampa, anzi più di una, la mattina, appena mi sveglio.
Stamattina, mentre ne cercavo una, durante la mia colazione, ho trovato Vaime, ingiacchettato a dovere.
Ti fa capire le cose perché te le spiega terra-terra.
Devo riconoscere che se non ci fosse stato lui, non avrei ben afferrato il problema scatenato dalla proposta della Gelmini di tornare al maestro unico, nelle scuole elementari. Pare che la Signora speri di risparmiare dei soldi, con questo stratagemma.
Vaime, guardandomi negli occhi mi ha detto che non ci sono i soldi per niente, nemmeno per i bagni delle scuole, fermi alla versione turca. E siccome non capivo abbastanza, mi ha spiegato che pure Tullo Ostilio non aveva i soldi per far sostituire la turca. Tantomeno Anco Marzio. Eppure loro volevano cambiarla la turca. Sul serio.
E siccome non ero sufficientemente soddisfatta della spiegazione ( e lui l'aveva assolutamento intuito ), gesticolando, mi ha mimato la turca.
Premettendo che mi piace seguire la rassegna stampa, anzi più di una, la mattina, appena mi sveglio.
Stamattina, mentre ne cercavo una, durante la mia colazione, ho trovato Vaime, ingiacchettato a dovere.
Ti fa capire le cose perché te le spiega terra-terra.
Devo riconoscere che se non ci fosse stato lui, non avrei ben afferrato il problema scatenato dalla proposta della Gelmini di tornare al maestro unico, nelle scuole elementari. Pare che la Signora speri di risparmiare dei soldi, con questo stratagemma.
Vaime, guardandomi negli occhi mi ha detto che non ci sono i soldi per niente, nemmeno per i bagni delle scuole, fermi alla versione turca. E siccome non capivo abbastanza, mi ha spiegato che pure Tullo Ostilio non aveva i soldi per far sostituire la turca. Tantomeno Anco Marzio. Eppure loro volevano cambiarla la turca. Sul serio.
E siccome non ero sufficientemente soddisfatta della spiegazione ( e lui l'aveva assolutamento intuito ), gesticolando, mi ha mimato la turca.
dove sono andati a finire?
dove vanno a finire i cinesi delle nostre città, quando invecchiano!?
io non ne ho mai visti di vecchi in giro, nuove leve che si alternano dietro i banconi della gastronomia d'asporto, del china market o lungo la riviera con le racchette anti-zanzara.
oggi ho visto il mio primo cinese anziano.
un altro deludente mito.
Le insidie della moralità
situazioni insidiose come le cacchette sul marciapede di via regina margherita.
moralizziamo i padroni dei cani.
situazioni insidiate dal nervosismo e dallo stress.
de-moralizziamoci ragazzi!
potete intenderla come volete. io preferisco così:
demoralizzare: dal fr. démoraliser, comp. della partic. DE che accenna abbandono e lat. MORALIS che attiene a MOS, costume.
Neolog. per Corrompere, depravare.
yuppieee.
moralizziamo i padroni dei cani.
situazioni insidiate dal nervosismo e dallo stress.
de-moralizziamoci ragazzi!
potete intenderla come volete. io preferisco così:
demoralizzare: dal fr. démoraliser, comp. della partic. DE che accenna abbandono e lat. MORALIS che attiene a MOS, costume.
Neolog. per Corrompere, depravare.
yuppieee.
smoke gets in your eyes
Il fil di fumo racconta qualcosa di me che non ho vissuto, disegna quello che ho solo immaginato, concretizzandolo per pochi attimi nell'aria.
Nel fil di fumo vedo poche persone e molte "me" che non hanno la sfacciataggine di esistere.
E mi ricorda il sogno di questa notte.
Nel fil di fumo vedo poche persone e molte "me" che non hanno la sfacciataggine di esistere.
E mi ricorda il sogno di questa notte.
Pascal Haudressy
Born in Paris in 1968, worked as a cultural project manager for Unesco, then invested in and defined the principals and methods of the filmmaking of design in motion. The quality of his work was soon noticed and his first collaborations were prestigious and demanding. Today his pieces are published and sold in some of the key locations of contemporary art and design (George Pompidou Museum store, Artcurial Gallery, the stores and libraries of the museums of contemporary art in Barcelona and Madrid, and of the Musée des Arts Decoratifs in Paris, the Mercedes Center for Contemporary art, etc…)
Pascal Haudressy |
Metaforicamente parlando...
qualcuno disse che solo la rinuncia può salvare il mondo. non ricordo esattamente chi lo disse,però.
qualcun altro, invece, credo il solito huxley, suggeriva come i vizi fossero i divertimenti che temiamo provare.
parlo già da sola
e disegno nell'aria
certo ho un po' peccato ma che goduria
mi gioco tutto con candore e furia (1)
la freccia dell'assassino non ha ancora esaurito la sua traiettoria. (2)
Vivere in fretta
prendere al volo
tutto conviene, dammi dammi dammi dammi ... (1)
vittima consapevole delle metafore.
(1)rettore.
(2)shakespeare.
qualcun altro, invece, credo il solito huxley, suggeriva come i vizi fossero i divertimenti che temiamo provare.
parlo già da sola
e disegno nell'aria
certo ho un po' peccato ma che goduria
mi gioco tutto con candore e furia (1)
la freccia dell'assassino non ha ancora esaurito la sua traiettoria. (2)
Vivere in fretta
prendere al volo
tutto conviene, dammi dammi dammi dammi ... (1)
vittima consapevole delle metafore.
(1)rettore.
(2)shakespeare.
escursioni notturne
dai fiamminghi a jeff koons. da mimmo rotella a lucio fontana. da modigliani a mueck.
sorprese. tante sorprese.
in apertura e chiusura.
I stay up clean the house
At least I'm not drinking
Run around just so I don't have to think about thinking
That silent sense of content
That everyone gets
Just disappears soon as the sun sets
At least I'm not drinking
Run around just so I don't have to think about thinking
That silent sense of content
That everyone gets
Just disappears soon as the sun sets
testi sacri
Gioiello d'oro nelle nari di un porco è la bellezza di una donna priva di senno.
Bibbia (§ 11, 22)
Bibbia (§ 11, 22)
Riepiloghiamo
Gesù trasvolante. Assorbente felicità. La mancata ortodossia che minaccia ben altro che la vita di un solo individuo; colpisce la Società intera. Le occupazioni penose, le cui difficoltà le rendono più deliziose. Il riso inestinguibile di chi, pallido per la coscienza offesa, leva la perla ai porci. L'animo deliberatamente oltraggioso. Lo squallore della felicità effettiva, in confronto ai grandi compensi che la miseria trova.
Non si possono fare macchine senza acciaio, e non si possono fare delle tragedie senza istabilità sociale.
"Sopravvivendo alla forma esteriore della bellezza, con uno spirito che si rinnova più in fretta di quanto il sangue non perisca." (Troilo & Cressida III, 2)
Non si possono fare macchine senza acciaio, e non si possono fare delle tragedie senza istabilità sociale.
"Sopravvivendo alla forma esteriore della bellezza, con uno spirito che si rinnova più in fretta di quanto il sangue non perisca." (Troilo & Cressida III, 2)
La petite madeleine..
"...mi portai alle labbra un cucchiaino di te nel quale avevo lasciato che si ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua causa. ... Il sapore, era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina a Combray... zia Leonie mi offriva dopo averlo intinto nel suo infuso di te o di tiglio. La vista della piccola madeleine non mi aveva ricordato nulla prima che ne sentissi il sapore... Ma quando di un lontano passato non rimane più nulla,...soli e più fragili ma più vivaci, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore permangono ancora a lungo... a sorreggere senza tremare –loro, goccioline quasi impalpabili- l'immenso edificio del ricordo"
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann)
meno dolce, la mia madeleine.
attraverso una galleria, in auto. l'odore forte dei freni. mi fermo un attimo col pensiero e mi trovo su un treno, ad attraversare un'altra galleria, nel cuore dell'est europeo.
l'odore e il sapore del viaggio permangono a lungo, più di qualsiasi altro ricordo.
falene-cateneph
elettrokardiogramm
una volta un uomo rosso e blu mi consigliò di asccoltare i krafterwerk sostenendo che mi sarebbero piaciuti.
nonostante il consiglio tornasse a cadenze quasi regolari, rimase lì, come il post-it attaccato di fianco al monitor.
qualche tempo fa l'ho accolto finalmente e non avrei potuto scegliere momento migliore per aspirare a diventarne fan.
nel frattempo, cavalcando la passione smodata per i telecronosti sportivi...
nonostante il consiglio tornasse a cadenze quasi regolari, rimase lì, come il post-it attaccato di fianco al monitor.
qualche tempo fa l'ho accolto finalmente e non avrei potuto scegliere momento migliore per aspirare a diventarne fan.
nel frattempo, cavalcando la passione smodata per i telecronosti sportivi...
Citazione
nel 2003, annotai questo passo di Wilde sull'agenda.
romanticismi.
" ... nel momento in cui vi ho incontrato, mi sono accorto che non avevate coscienza di ciò che eravate, o di ciò che avreste potuto essere. Tanto mi avete incantato che ho sentito di dovervi dire qualcosa di voi ..."
il caldo scioglie i romanticismi.
romanticismi.
" ... nel momento in cui vi ho incontrato, mi sono accorto che non avevate coscienza di ciò che eravate, o di ciò che avreste potuto essere. Tanto mi avete incantato che ho sentito di dovervi dire qualcosa di voi ..."
il caldo scioglie i romanticismi.
ADVS
La pubblicità delle bamboline bionde specificava con premura: " Barbie e Ken sono venduti separatamente ", " Le Barbie non si muovono da sole " ( e io che pensavo che Barbie avesse addirittura faticato per prendere la patente per il camper delle meraviglie, per guidarlo verso la festa in spiaggia col BBQ ).
Oggi, dopo qualche anno, mi riappassiono alle scritte minuscole e la pubblicità della Pampers suggerisce: " Drammatizzazione della realtà ". e io che ho creduto fino a questa mattina che i bambini facessero la pipì blu...
Oggi, dopo qualche anno, mi riappassiono alle scritte minuscole e la pubblicità della Pampers suggerisce: " Drammatizzazione della realtà ". e io che ho creduto fino a questa mattina che i bambini facessero la pipì blu...
Pippo Pupazzo |
1 - 2 - 3
After Hours-tVU
If you close the door, the night could last forever
Keep the sunshine out and say hello to never
All the people are dancing and they're havin such fun
I wish it could happen to me
But if you close the door, I'd never have to see the day again.
If you close the door, the night could last forever,
Leave the wineglass out and drink a toast to never
Oh, someday I know someone will look into my eyes
And say hello -- you're my very special one--
But if you close the door, I'd never have to see the day again.
Dark cloudy bars
Shiny Cadillac cars
And the people on subways and trains
Looking gray in the rain as they stand disarrayed
All the people look well in the dark
And if you close the door, the night could last forever.
Leave the sunshine out and say hello to never
All the people are dancing and they're having such fun
I wish it could happen to me
'Cause if you close the door, I'd never have to see the day again.
I'd never have to see the day again.
(once more)
I'd never have to see the day again.
prometto di ascoltare altro.
If you close the door, the night could last forever
Keep the sunshine out and say hello to never
All the people are dancing and they're havin such fun
I wish it could happen to me
But if you close the door, I'd never have to see the day again.
If you close the door, the night could last forever,
Leave the wineglass out and drink a toast to never
Oh, someday I know someone will look into my eyes
And say hello -- you're my very special one--
But if you close the door, I'd never have to see the day again.
Dark cloudy bars
Shiny Cadillac cars
And the people on subways and trains
Looking gray in the rain as they stand disarrayed
All the people look well in the dark
And if you close the door, the night could last forever.
Leave the sunshine out and say hello to never
All the people are dancing and they're having such fun
I wish it could happen to me
'Cause if you close the door, I'd never have to see the day again.
I'd never have to see the day again.
(once more)
I'd never have to see the day again.
prometto di ascoltare altro.
Post it?
Non sarei in grado di farne un elenco dettagliato, ma esistono poche cose in grado di rianimarmi. Ad esempio un vecchio Post It! appiccicato sul lato meno esposto del monitor del computer, che mi suggerisce, sotto lo scotch rosa che lo ferma perchè dopo un pò la colla non tiene più, due nomi: Gilbert & George.
Devo aver sentito questi nomi in televisione. A Passpartou forse, o a Non Solo Moda. Fatto sta, che dopo tempi immemori, mi ritrovo a riempire la strisciolina di Google con questo binomio.
Ah, ecco! Gilbert&George. Che visionari! Ricordavo che uno dei due aveva originni italiane e che poi s'era trasferito a Londra, facendo comunella con l'altro.
Ricordo un'intervista e degli occhiali dalla montatura nera.
E poi le esposizioni al Tate Modern.
Gilbert&George - Gink |
Spett.le Direttore
Aprire gli occhi e scoprire di aver vissuto una vita distante da quella che credi ti appartenga.
Al Direttore accadde esattamente questo.
Aveva lavorato, aveva trascorso tempi morti, aveva oziato e s'era divertio con donne che profumavano di stupidità, aveva vissuto la leggerezza dei trent'anni come pochi, pensava, e se n'era dimenticato, comunque.
Se ne accorse un giorno come tanti. S'era bucato il dito con uno spillo e mentre cercava di fermare il sangue che gocciolava, questo pensiero gli passò prepotentemente nella testa.
Non sapeva se si trattasse di qualcosa di così frequente negli uomini, magari talmente intimo da rimanere nei pensieri delle persone. Quei momenti che una volta nell'esistenza fanno visita a chiunque, forse nella tarda vecchiaia, quando s'è perso il lume per carpirli o forse nella fresca gioventù, quando non si ha abbastanza ragione per afferrarli.
Al Direttore capitò proprio quando fu in grado di prenderne piena coscienza.
Fu letteralmente travolto da un'onda di ricordi addormentati, e si sentì egli stesso addormentato per anni, lunghi anni, ormai persi.
Fu allo stesso tempo commosso e spaventato. Rimpianse le scelte azzardate e le benedì pure. Sfogliò con la mente il vecchio taccuino con cui teneva il conto delle bravate da seducente rampollo. Ripercorse con lo sguardo le foto dei numerosi album impilati sulle mensole, per troppo tempo considerati semplici suppellettili, dimenticando il fremito provato ogni giorno riportato in quelle stampe.
Il Direttore, a quarant' anni, si trovò seduto al suo tavolo con un' amara domanda a cui sembrava impossibile rispondere: s'era sentito espropriato della propria esistenza, vittima del tempo e del destino. Si rese conto di esser davanti ad una scelta, ma non riuscì mai ad individuarne le alternative.
Il Direttore temè di tornare con la stessa coscienza lucida alla vita che lo stava possedendo. Il Direttore s'addormentò ogni notte con questa paura, che lo rese inconsapevolmente schiavo alla sua vita-mancata.
Al Direttore accadde esattamente questo.
Aveva lavorato, aveva trascorso tempi morti, aveva oziato e s'era divertio con donne che profumavano di stupidità, aveva vissuto la leggerezza dei trent'anni come pochi, pensava, e se n'era dimenticato, comunque.
Se ne accorse un giorno come tanti. S'era bucato il dito con uno spillo e mentre cercava di fermare il sangue che gocciolava, questo pensiero gli passò prepotentemente nella testa.
Non sapeva se si trattasse di qualcosa di così frequente negli uomini, magari talmente intimo da rimanere nei pensieri delle persone. Quei momenti che una volta nell'esistenza fanno visita a chiunque, forse nella tarda vecchiaia, quando s'è perso il lume per carpirli o forse nella fresca gioventù, quando non si ha abbastanza ragione per afferrarli.
Al Direttore capitò proprio quando fu in grado di prenderne piena coscienza.
Fu letteralmente travolto da un'onda di ricordi addormentati, e si sentì egli stesso addormentato per anni, lunghi anni, ormai persi.
Fu allo stesso tempo commosso e spaventato. Rimpianse le scelte azzardate e le benedì pure. Sfogliò con la mente il vecchio taccuino con cui teneva il conto delle bravate da seducente rampollo. Ripercorse con lo sguardo le foto dei numerosi album impilati sulle mensole, per troppo tempo considerati semplici suppellettili, dimenticando il fremito provato ogni giorno riportato in quelle stampe.
Il Direttore, a quarant' anni, si trovò seduto al suo tavolo con un' amara domanda a cui sembrava impossibile rispondere: s'era sentito espropriato della propria esistenza, vittima del tempo e del destino. Si rese conto di esser davanti ad una scelta, ma non riuscì mai ad individuarne le alternative.
Il Direttore temè di tornare con la stessa coscienza lucida alla vita che lo stava possedendo. Il Direttore s'addormentò ogni notte con questa paura, che lo rese inconsapevolmente schiavo alla sua vita-mancata.
Come far entrare nella stessa frase Marisa Laurito e Dino Risi
Stanotte ho cercato uno di quei film da terza serata, che a volte riservano piacevoli sorprese, con scarsi risultati. Ho incontrato la Laurito, che spiegava di come credesse nell'amore cosmico e non in quella rispettabilissima filosofia che è la religione cristiana.
Ho rinunciato presto, temendo mi perseguitasse per tutta la notte l'immagine della Laurito che pubblicizza una mandolina da cucina.
in compenso ho fatto un sogno tormentato. in sequenza, ho sognato: un piatto di capperi, un ragazzo che aveva a che fare con una ragazza e una fotocopiatrice, un vecchio professore e di nuovo un bosco con le fronde degli alberi che tentavano di rivelarmi le verità nascoste.
il film però, l'ho trovato stamattina. "fantasma d'amore" di dino risi con mastroianni e la schneider.
di quelli malinconici, tristi, proprio come piacciono a me.
Ho rinunciato presto, temendo mi perseguitasse per tutta la notte l'immagine della Laurito che pubblicizza una mandolina da cucina.
in compenso ho fatto un sogno tormentato. in sequenza, ho sognato: un piatto di capperi, un ragazzo che aveva a che fare con una ragazza e una fotocopiatrice, un vecchio professore e di nuovo un bosco con le fronde degli alberi che tentavano di rivelarmi le verità nascoste.
il film però, l'ho trovato stamattina. "fantasma d'amore" di dino risi con mastroianni e la schneider.
di quelli malinconici, tristi, proprio come piacciono a me.
Comments on Aldous Huxleys' "Brave New World"
"Il rammendo è antisociale. D'altra parte non è mai raccomandabile aggiustare dei vecchi vestiti. Buttateli via quando hanno degli strappi e acquistatene altri ".
Continuo nella lettura de "Il mondo nuovo" e trovo interessanti stimoli di riflessione.
Il rammendo è antisociale. Dogma di un disegno fantastico del futuro, dove i condizionamenti operati già dall'infanzia, portano inevitabilmente alla necessità di vivere in funzione di un "razionalismo produttivistico", e col culto del progresso.
In questa prospettiva intimidatoria del futuro, il rattoppare è un insulto alla morale comune.
Arriveremo mai, noi, a farne un dogma? Non ne sono sicura.
Perlomeno non siamo sulla buona strada.
D'altra parte risuonano a ritmo serrato, " come il pulsare della febbre nelle orecchie ", parole come indulto, condono, amnistia, parte integrante del nostro sistema sociale.
Non siamo sulla buona strada, per fortuna.
Ma non saprei valutare se sia comunque questa la retta via. Quella delle facili concessioni, del provvedere a rappezzare gli sbagli che a monte non sarebbero dovuti esistere.
Perlomeno si può agevolmente scongiurare il pericolo di un clima di asettica intransigenza.
Continuo nella lettura de "Il mondo nuovo" e trovo interessanti stimoli di riflessione.
Il rammendo è antisociale. Dogma di un disegno fantastico del futuro, dove i condizionamenti operati già dall'infanzia, portano inevitabilmente alla necessità di vivere in funzione di un "razionalismo produttivistico", e col culto del progresso.
In questa prospettiva intimidatoria del futuro, il rattoppare è un insulto alla morale comune.
Arriveremo mai, noi, a farne un dogma? Non ne sono sicura.
Perlomeno non siamo sulla buona strada.
D'altra parte risuonano a ritmo serrato, " come il pulsare della febbre nelle orecchie ", parole come indulto, condono, amnistia, parte integrante del nostro sistema sociale.
Non siamo sulla buona strada, per fortuna.
Ma non saprei valutare se sia comunque questa la retta via. Quella delle facili concessioni, del provvedere a rappezzare gli sbagli che a monte non sarebbero dovuti esistere.
Perlomeno si può agevolmente scongiurare il pericolo di un clima di asettica intransigenza.
A couple
451 F
Fahrenheit 451 - Truffaut
"Credevi di scoprire il segreto per camminare sull' acqua leggendo questa roba.."
"Credevi di scoprire il segreto per camminare sull' acqua leggendo questa roba.."
Candies
" Sai Frank " disse mentre controllava quanto fosse consumato lo smalto alle mani, " non riesco proprio a capire come sia possibile..."
" Cos'è che non capisci? "
" Mah, sai.. come sia possibile che da bambina adoravo lo zucchero filato, quello delle fiere, colorato, hai presente?!? e adesso invece adoro squartare gli autostoppisti..."
" Non saprei... uno cresce, cambia... Tu pensa che quand'ero un moccioso, detestavo i pancakes col succo d'acero, adesso non ne posso fare a meno... "
" Cos'è che non capisci? "
" Mah, sai.. come sia possibile che da bambina adoravo lo zucchero filato, quello delle fiere, colorato, hai presente?!? e adesso invece adoro squartare gli autostoppisti..."
" Non saprei... uno cresce, cambia... Tu pensa che quand'ero un moccioso, detestavo i pancakes col succo d'acero, adesso non ne posso fare a meno... "
La profumata esistenza di Carmela Aburrida – ex La rosa di Mela.
Carmela Aburrida, quand'era piccola, dormiva in compagnia dei ticchettii.
Ce n'erano di tre tipi: uno secco e deciso, dell'orologio grosso e tondo attaccato al muro; l'altro, più discreto ma continuo, quello che esplodeva nel fragoroso suono della sveglia al mattino; l'ultimo, delicato, dell'orologio che le stringeva il polso destro, di cui riusciva a distinguere chiaramente l'avanzare delle lancette, anche quando prima di addormentarsi lo metteva sotto al cuscino. A quest'ultimo era particolarmente affezionata, perché le piaceva tantissimo quella sottile eco, fra un secondo e un altro.
Saranno quei ticchettii a renderla piacevolmente schiava delle proprie ossessioni.
A 45 anni, Carmela Aburrida odiava ogni ticchettio e tutti gli orologi di casa erano fermi. Non venivano caricati da almeno una ventina d'anni, benché Carmela provasse, qualche volta, a rimettere le batterie a qualcuno, per vedere se ne ricordava il tic tac. Non riusciva però ad ignorarli a lungo e si trovava presto a tirar fuor le pile con estremo nervosismo.
Carmela Aburrida non aveva bisogno di lavoro, era molto ricca e avrebbe vissuto di rendita ancora per molti anni. Abitava, sola, in un enorme casolare bianco, appena fuori da Mèrida, dove il sole brucia la rossa terra dei tori e degli sparuti ulivi.
Le ore calde della giornata le trascorreva dedicandosi al roseto che contava almeno un esemplare per specie. Ennesima testimonianza della sua eccezionale meticolosità, le rose erano state coltivate secondo un ordine cromatico, dal limpido pallore delle Julia Renaissance al denso Brown Velvet.
La mattina, appena sveglia, ancora in camicia da notte, faceva un primo giro d'ispezione, seguendo un itinerario diverso a seconda che si trattasse di giorni pari o giorni dispari.
Calpestava scalza la breccia e il gesso del viale bordato di alti e odorosi cespugli di rosmarino che portava dal casolare alla strada, dove talvolta incrociava uno degli ultimi asini neri affaticati, trascinati da altrettanto neri contadini avari d'un che minimo cenno di saluto. Controllava la cassetta delle lettere e così com'era arrivata se ne tornava indietro.
Il postino passava una volta ogni due giorni, Carmela lo sapeva bene, ma l'abitudine di andare a controllare quotidianamente quella cassetta di ferro rossa di ruggine, le era rimasta da quella volta in cui da ragazza, aveva trovato un bocciolo di rosa, appassito e profumato dal calore di quella giornata di maggio, lasciato da uno sconosciuto, probabilmente per lei.
La bellezza di Carmela non era sufficiente a riscattarla, agli occhi degli uomini che incontrava, da tutte quelle sue piccole, ma necessarie manie. Quand'era più giovane e evidentemente più discreta, c'erano diversi uomini che l'avevano lusingata corteggiandola e lei aveva ceduto senza indugi. Solo uno però le si è insinuato fra i ricordi: un giovane alto e fiero che le aveva baciato la mano per coglierne la fragranza di basilico, a cui si offrì nella serra delle rose.
Erano tanti anni che non parlava con qualcuno, ormai rivolgeva le sue migliori parole a quelle rose che la rendevano tanto fiera.
Ce n'erano di tre tipi: uno secco e deciso, dell'orologio grosso e tondo attaccato al muro; l'altro, più discreto ma continuo, quello che esplodeva nel fragoroso suono della sveglia al mattino; l'ultimo, delicato, dell'orologio che le stringeva il polso destro, di cui riusciva a distinguere chiaramente l'avanzare delle lancette, anche quando prima di addormentarsi lo metteva sotto al cuscino. A quest'ultimo era particolarmente affezionata, perché le piaceva tantissimo quella sottile eco, fra un secondo e un altro.
Saranno quei ticchettii a renderla piacevolmente schiava delle proprie ossessioni.
A 45 anni, Carmela Aburrida odiava ogni ticchettio e tutti gli orologi di casa erano fermi. Non venivano caricati da almeno una ventina d'anni, benché Carmela provasse, qualche volta, a rimettere le batterie a qualcuno, per vedere se ne ricordava il tic tac. Non riusciva però ad ignorarli a lungo e si trovava presto a tirar fuor le pile con estremo nervosismo.
Carmela Aburrida non aveva bisogno di lavoro, era molto ricca e avrebbe vissuto di rendita ancora per molti anni. Abitava, sola, in un enorme casolare bianco, appena fuori da Mèrida, dove il sole brucia la rossa terra dei tori e degli sparuti ulivi.
Le ore calde della giornata le trascorreva dedicandosi al roseto che contava almeno un esemplare per specie. Ennesima testimonianza della sua eccezionale meticolosità, le rose erano state coltivate secondo un ordine cromatico, dal limpido pallore delle Julia Renaissance al denso Brown Velvet.
La mattina, appena sveglia, ancora in camicia da notte, faceva un primo giro d'ispezione, seguendo un itinerario diverso a seconda che si trattasse di giorni pari o giorni dispari.
Calpestava scalza la breccia e il gesso del viale bordato di alti e odorosi cespugli di rosmarino che portava dal casolare alla strada, dove talvolta incrociava uno degli ultimi asini neri affaticati, trascinati da altrettanto neri contadini avari d'un che minimo cenno di saluto. Controllava la cassetta delle lettere e così com'era arrivata se ne tornava indietro.
Il postino passava una volta ogni due giorni, Carmela lo sapeva bene, ma l'abitudine di andare a controllare quotidianamente quella cassetta di ferro rossa di ruggine, le era rimasta da quella volta in cui da ragazza, aveva trovato un bocciolo di rosa, appassito e profumato dal calore di quella giornata di maggio, lasciato da uno sconosciuto, probabilmente per lei.
La bellezza di Carmela non era sufficiente a riscattarla, agli occhi degli uomini che incontrava, da tutte quelle sue piccole, ma necessarie manie. Quand'era più giovane e evidentemente più discreta, c'erano diversi uomini che l'avevano lusingata corteggiandola e lei aveva ceduto senza indugi. Solo uno però le si è insinuato fra i ricordi: un giovane alto e fiero che le aveva baciato la mano per coglierne la fragranza di basilico, a cui si offrì nella serra delle rose.
Erano tanti anni che non parlava con qualcuno, ormai rivolgeva le sue migliori parole a quelle rose che la rendevano tanto fiera.
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